Cammino Minerario Di Santa Barbara

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Tappa 04 - da Domusnovas a Piscinas

  • PartenzaDomusnovas
  • ArrivoPiscinas
  • Lunghezza99,9 km
  • Difficoltà in biciMedia
  • Dislivello in salita1605 m

TAPPA 04 – DA DOMUSNOVAS A PISCINAS

DATI TECNICI

Lunghezza Tappa: 93 km

Guadagno/Perdita in elevazione: + 1564 m / - 1649 m

Pendenza max: 15,8% / -15,6%

Pendio medio: +3,0% / -2,8%

Partenza DOMUSNOVAS h: 148 m (slm)

Arrivo PISCINAS h: 66m (slm)

Punto più Alto: (su sterrata dall’ex villaggio minerario di Orbai a quello di Rosas) h: 483 m (slm)

Punto più Basso: (uscita centro urbano di Villaperuccio, direzione frazione di Terrazu): h: 64 m (slm).

Lunghezza Tappa compresi i vai e vieni 94,4 Km

 

VAI E VIENI PER IL SITO MINERARIO E SPELEO ARCHEOLOGICO DI SA MARCHESA (Nuxis)

Lunghezza vai e vieni: 2,6 Km

Punto inizio/fine (su SP 78 poco dopo ingresso a frazione di Acquacadda): h: 177 m (slm)

Punto più alto (sito di Sa Marchesa): h: 221 m (slm).

DESCRIZIONE TAPPA:

Dalla chiesa di Santa Barbara di Domusnovas, si prende Via Foscolo, e usciti dall’abitato si passa il sottopassaggio alla SS 130, per girare subito a sinistra sulla sterrata che affianca la statale.

Si arriva così al bivio sulla SP 87 che si prende svoltando a destra per arrivare subito alla periferia settentrionale di Musei.

Entrati a Musei, si arriva al parco ETFAS, con i sui caratteristici Silos, che testimoniano la natura agricola del paese, si arriva alla chiesa di Sant’Ignazio dove nei pressi è possibile ammirare Su Congiu de Omu, che risulta essere il più antico edificio costruito in ladiri (metodo costruttivo con mattoni di fango e paglia) della Sardegna.

Attraversato il paese in direzione ovest, ci si immette sulla SP 87 per arrivare alla stazione ferroviaria di Villamassargia e percorrendo il cavalcavia ci si immette direttamente nella strada per il centro abitato di Villamassargia in direzione sud, superando il ponte sulla SP 87. Dopo circa 1,7 Km si arriva alla rotonda all’ingresso di Villamassargia dove proseguendo dritti in direzione sud, si entra nel centro abitato.

Qui percorsa la via Roma si raggiunge la Piazza Pilar, dove sorge la chiesa romanica di San Ranieri e, proseguendo, si arriva presso l’area sportiva nella periferia meridionale del paese.

Presa Via dello Sport, si esce da Villamassargia proseguendo verso Est e, inoltrandoci nelle campagne, si arriva all’altezza del rilievo che ospita il Castello di Gioiosa Guardia che si può ammirare alla destra del percorso.

Il castello venne probabilmente costruito per volere dei Della Gherardesca che divennero padroni del sud-ovest sardo dopo la spartizione del Giudicato di Cagliari avvenuta nel 1258, tuttavia secondo un'altra ipotesi la sua costruzione sarebbe databile al XII secolo, durante il regno di Guglielmo I Salusio IV.

Proseguendo sulla sterrata si arriva poco dopo all’ingresso dell’Oasi Naturale di S’Ortu Mannu, un uliveto che ospita piante secolari tra cui spicca “Sa Reina” un ulivo che ha oltre 16 m di diametro e che si stima abbia oltre 800 anni.

Dopo aver visitato questo particolare sito si continua a est sempre sulla sterrata fino ad arrivare molto vicino alla SP 02. Da qui, proseguendo sulla sterrata che volge verso sud si resta sulla tappa, invece svoltando a destra e dirigendoci verso Nord è possibile iniziare la Variante che ci porta a Siliqua.

Il sito di Sa Marchesa è un sito unico per la sua tipologia e comprende un’area museale, un parco geominerario naturalistico e una grotta, facilmente visitabile, previa prenotazione. Nello specifico la grotta, denominata Su Montixeddu, ha la profondità di 27 metri e si sviluppa principalmente nei calcari paleozoici del Cambriano medio, tipici del Sulcis. L’interesse dominante per questa cavità è di natura archeologica infatti al suo interno sono stati rinvenuti frammenti di ceramiche preistoriche le quali tappezzano tutto il fondo e gli scavi, periodicamente attivi, sono visitabili.

In prossimità della grotta sono stati rinvenuti  insediamenti di epoca nuragica.

Non volendo percorrere questa variante come abbiamo già indicato in precedenza, al bivio nei pressi della SP 02, si procede verso Sud iniziando la salita di 7,7 Km, con una pendenza media del 3% che ci porta all’ex villaggio minerario di Orbai in agro di Villamassargia.

Il villaggio di Orbai sorge nel mezzo di un rigoglioso bosco con uno splendido panorama sulla valle del fiume Cixerri e fu abitato per circa 80 anni.

La miniera iniziò a funzionare, per la produzione di misti piombozinciferi, attorno al 1872 ad opera della "Società degli Orbi" da cui avrebbe poi preso il nome anche il villaggio.

Già da subito emersero le difficoltà connesse al trasporto delle produzioni dovute alla mancanza di collegamenti stradali con i porti.

Dopo la fine del conflitto mondiale, d'intesa con la Monteponi, sarebbero dovuti riprendere i lavori di estrazioine come Società della Miniera di Orbai, ma anche in questa occasione i risultati non furono soddisfacenti e dopo pochi anni (attorno alla metà degli anni '50) la miniera venne definitivamente chiusa e la concessione revocata.

Visitato l’ex-Villaggio minerario di Orbai, attualmente disabitato nonostante i lavori di riqualificazione attuati nei primi anni novanta, e saliti fino alla sua sommità da cui è possibile godere di una pregevole vista su tutta la valle del Cixerri, si procede, sempre su sterrata, alla volta dell’ex-Villaggio minerario di Rosas.

 

La miniera di Rosas già sfruttata ai tempi dei Romani e poi dei Pisani, è la seconda concessione mineraria più antica della Sardegna.

Concessa nel 1851 per lo sfruttamento della galena alla Società Anonima dell'Unione Miniere Sulcis e Sarrabus, nel 1900 la concessione fu estesa allo zinco e ai minerali di rame, lo sfruttamento minerario cessò nel 1979.

In questo sito, nel 1908, fu scoperta dal prof. Domenico Lovisato la rosasite, un carbonato di zinco e rame che è stato riconosciuto come minerale identitario definito come specie-tipo della Sardegna. La Rosasite prende appunto il nome dalla miniera di Rosas dove è stato rinvenuto per la prima volta.

Il sito minerario ristrutturato e riqualificato per l’ospitalità turistica, si presenta come un “museo a cielo aperto”, dove tutti gli edifici industriali sono stati restaurati e resi accessibili alla fruizione e le vecchie unità abitative sono state riqualificate per l'ospitalità turistica.

Di recente, a seguito di problemi gestionali, il sito non è momentaneamente funzionante.

In questo tratto si sale alla quota massima della tappa (482 m) con una pendenza media del 6,2%, per poi scendere a quota 250 m (slm) del Villaggio di Rosas.

Arrivati presso la piazzetta del villaggio minerario, riqualificato a struttura alberghiera, si può scegliere se intraprendere la seconda variante del percorso oppure procedere sulla tappa.

Nel primo caso si procede alla volta di Narcao, mentre se si continua sulla tappa si va verso Nuxis e Santadi.

Usciti da Rosas rimanendo sulla tappa e prendendo la sterrata che volge a destra, prima di arrivare alla piazza dell’ex villaggio, si inizia un percorso in sterrata con diversi saliscendi. Questo percorso inizialmente sui monti arriva poi presso le campagne di Nuxis ed infine interseca la SP 78 che si prende svoltando a sinistra per arrivare al bivio per il sito di Sa Marchesa.

Visitato il sito Geo Speleo Archeologico, dove si riconnette la prima variante per Siliqua, si ripercorre la sterrata fino a ritornare alla SP 78 e continuare in asfalto per arrivare alla frazione di Acquacadda (Nuxis).

Superato il piccolo centro abitato si procede su una strada interpoderale per prendere per un brevissimo tratto la SS 293 e arrivare infine a Nuxis dalla periferia settentrionale del paese.

Procedendo internamente all’abitato e imboccata Via Santadi, si esce dal paese e, proseguendo sulla prosecuzione di questa strada, si arriva al piccolo vai e vieni che ci permette di visitare il pozzo Sacro di Tattinu e poco dopo, con un ulteriore piccolo vai e vieni, la Chiesetta Bizantina di Sant’Elia.

Il pozzo sacro di Tattinu si differenzia dalle altre strutture simili della Sardegna poiché rimane privo di strutture a vista e del vestibolo. La scala (28-29 gradini) e il vano d'acqua che formano insieme un vuoto rettangolare, la sezione "a bottiglia" del pozzo, ellittico in pianta, lo diversifica dai templi a pozzo della Sardegna.

La chiesa campestre di Sant'Elia di epoca bizantina, edificata tra il IX e il XII secolo con pietre non squadrate e di piccole dimensioni, presenta la tipica pianta a croce greca, con volte a botte e cupola centrale troncoconica.

Visitati questi due importanti siti di interesse, si procede sempre sullo stradello intrapreso e si arriva a Santadi presso la chiesa di San Nicolò dove si sviluppa la parte alta del paese.

La chiesa di San Nicolò risalente al XV secolo e ricostruita nell’Ottocento, rappresenta il centro di Santadi e nei pressi di questo sito è possibile avere un esempio delle usanze sulcitane nella casa-museo sa Domu Antiga. Va inoltre segnalato che ad inizio agosto è possibile assistere alla manifestazione dal Matrimonio Mauritano, con un cerimoniale improntato ad antiche tradizioni rurali.

Sempre in centro è possibile visitare il Museo Archeologico dove sono in mostra alcuni interessanti reperti del vicino sito di Pani Loriga e di altri siti archeologici della zona. Riprendendo il percorso e attraversato il paese, si imbocca Via Giardini proseguendo per il suo prolungamento su via Oristano e si esce da Santadi.

Si percorre la sterrata parallela alla Via Cagliari fino a superare la zona commerciale di Santadi, poi svoltando a sinistra si rientra su via Cagliari e dopo poco si supera la rotonda lasciando sulla sinistra lo stabilimento della rinomata Cantina Sociale di Santadi e si procede alla volta di Villaperuccio.

Entrati a Villaperuccio, dopo poco si prende, svoltando a sinistra in Via Eleonora D’arborea, passando nella periferia meridionale del paese, per uscire dallo stesso imboccando Via Santa Lucia e andare verso Sud alla volta della piccola frazione di Terrazzu.

Arrivati presso la zona abitata, sulla sinistra è possibile vedere l’imponente Menhir Luxia Arrabiosa (uno dei più alti della Sardegna) megalite eretto in epoca neolitica.

Proseguendo sulla strada, si arriva dopo poco ad un bivio dove, svoltando a sinistra e proseguendo su questo percorso, si procede su sterrata e dopo poco si percorre il vecchio tracciato ferroviario e si arriva nei pressi dell’area parcheggio asservente l’area archeologica di Pani Loriga (visitabile previo prenotazione e controllo degli orari di apertura).

Proseguendo sulle sterrate dell’area a sud dell’area archeologica, tra i vigneti della zona, si arriva al piccolo borgo di Barrua de Basciu e qui all’incrocio con la SP 70 se si gira a sinistra sulla sterrata è possibile accorciare la tappa arrivando direttamente a Piscinas.

Proseguendo sulla SS 70 invece si arriva alla zona di Su Benatzu dove presso il piccolo borgo è presente ancora lo scavo della miniera di barite. Proseguendo sulla provinciale si arriva dopo poco all’ingresso delle Grotte di Is Zuddas, visitabili previa prenotazione e controllo degli orari.

Lungo il percorso turistico che si sviluppa per circa 500 m si possono ammirare imponenti stalattiti e stalagmiti, passando per le colate e le cannule fino alle rare eccentriche di aragonite che caratterizzano questo complesso carsico. All’ingresso sono ancora visibili le tracce del prolagus sardus, roditore estinto, che ha abitato la Sardegna e la Corsica.

Visitate le grotte e ripreso il percorso a ritroso per circa 500 m (slm) sulla provinciale si svolta a sinistra per prendere una sterrata che passa nei pressi di piccoli insediamenti rurali spesso unifamiliari per riprendere la SP 70 nella zona di Is Carillus.

Superato questa fattoria, si svolta a sinistra e si inizia a salire con una pendenza media del 3,6% arrivando nei pressi di una serie di insediamenti unifamiliari come i precedenti che in questa zona sono chiamati con l’appellativo Masoni.

Arrivati nei pressi della Tomba dei giganti di S’Arcu’e su Re, in terreno privato, si scende verso il Nuraghe de Frois e dopo poco si raggiunge il villaggio abbandonato di Su Rai.

Superato il desolato borgo e superato il ponticello sul Riu Piscinas si prosegue su sterrata per avvicinarsi all’abitato di Piscinas da sud e passando nei pressi del nuraghe Corongiu Logus prima e vicino alla necropoli Cungiau de sa Tutti, si entra nell’abitato di Piscinas da ovest.

All’ingresso di Piscinas, è possibile visitare l’arabeggiante Villa Salasar per poi entrare nel paese e arrivare presso l’ex stazione ferroviaria dove si trova la Posada della Fondazione CMSB (presto attiva come HUB della Ciclovia) e finisce questa lunga tappa.

Progettata dall'arch. Giorgio Asproni, figlio dell'omonimo deputato sardo, ed edificata alla fine dell'800 per la famiglia Salasar di Iglesias, è un'elegante villa di campagna chiamata anche Villa Bice; nel 2002 l'Amministrazione comunale l’ha acquistata per ristrutturarla e destinarla a struttura culturale polivalente. L'edificio, inserito in un pregevole parco ricco di piante anche secolari ed essenze arboree rare, è dotato di numerosi ambienti ed è realizzato su pianta a U.

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