Cammino Minerario Di Santa Barbara

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Tappa 01 costiera - da Iglesias a Fluminimaggiore

  • PartenzaIglesias
  • ArrivoFluminimaggiore
  • Lunghezza65,5 km
  • Difficoltà in biciMedia
  • Dislivello in salita1514 m
  • Dislivello in discesa1643 m

TAPPA 01 – DA IGLESIAS A FLUMINIMAGGIORE – COSTIERA

DATI TECNICI

Lunghezza Tappa: 49,3 km

Guadagno/Perdita in elevazione: + 1212 m / - 1340 m

Pendenza max: 20,1% / -16.1%

Pendio medio: +4,3% / -4,4%

Partenza IGLESIAS h: 188 m (slm)

Arrivo FLUMINIMAGGIORE h: 64 m (slm)

Punto più Alto: Passo Monte Cani (Iglesias-Masua): h: 437 m (slm)

Punto più Basso: (su Vai e Vieni Cala Domestica): h: 6 m (slm)

Lunghezza Tappa compresi i vai e vieni 62,6 Km

 

VAI E VIENI MONTEPONI

Lunghezza: 4,4 Km

Punto inizio/fine Vai e Vieni (spiazzo Palazzina direzione, Villa Bella Vista): h 190 m (slm).

Punto più Alto: Parcheggi Scavo Cungiaus: h 320 m (slm).

 

VAI E VIENI MASUA

Lunghezza: 7,25 Km

Punto inizio/fine Vai e Vieni (Bivio SS 126 Masua): h: 133 m (slm).

Punto più Basso (Parcheggio Masua) h: 16 m (slm).

 

VAI E VIENI CALA DOMESTICA

Lunghezza: 3,3 Km

Punto Inizio (incrocio SP 83 con ex ferrovia Scalittas): h: 41 m (slm).

Punto fine (incrocio strada Cala Domestica con SP 83): h: 27 m (slm).

Punto più Basso (Spiaggia di Cala Domestica): h: 6 m (slm).

 

VAI E VIENI EX-VILLAGGIO MINERARIO PRANU SARTU (Solo per MB)

Lunghezza: 1,1 Km

Punto Inizio/fine (bivio su sterrata): h: 119 m (slm).

Punto più basso (panoramica sul litorale sopra Galleria Henry): h: 113 m (slm).

 

VAI E VIENI PORTIXEDDU

Lunghezza: 695 m

Punto inizio/fine (Bivio strada per Fighezia/Portixeddu): h: 15 m (slm)

Punto più basso (Piazzetta sotto Via degli Asfodeli): h: 8 m (slm).

 

VARIANTE PISCINA MORTA

Lunghezza Tappa-Variante: 53,9 Km

Guadagno/Perdita in elevazione: + 1395 m / - 1524 m

Pendenza max: +18,3% / -16,1%

Pendio medio: +4,8% / -4,6%

Lunghezza Tappa-Variante e vai e vieni: 66 Km

Punto di innesto Variante (Bivio strada per San Nicolò) al 35esimo Km della Tappa

Punto di rientro della Variante al 41 esimo Km della Tappa

Punto più alto Variante (su sterrata verso Piscina Morta) h: 217 m (slm).

 

DESCRIZIONE TAPPA:

Il percorso parte da Iglesias, presso la Piazza Quintino Sella in prossimità del monumento dedicato al famoso statista, si percorre prima Via Roma, dove si passa nei pressi del Museo dell’Arte Mineraria e, vicino alle mura Pisane, si prende sulla sinistra Via Cattaneo nei pressi della Chiesa di Santa Barbara (non più aperta al culto). Proseguendo su questa via si supera la sede della Fondazione CMSB (Via Cattaneo 70) e si arriva al bivio per Monteponi dove si esce dalla città.

Percorso il Viale Aligi Sassu, si arriva alla Piazzetta di Monteponi, dove troviamo la Chiesa dedicata a Santa Barbara e l’ingresso alla Galleria Villamarina oltre ad altri elementi minerari.

Imboccato l’ingresso alla Miniera, davanti alla rotonda, si sale fino alla Palazzina Bellavista (ex residenza del direttore della Miniera di Monteponi) e da qui è possibile proseguire sulla tappa oppure fare un percorso ad anello che ci permette di vedere e approfondire alcuni aspetti di questo importante e storico ex-compendio minerario.

 

VAI E VIENI MONTEPONI.

Dalla Palazzina Bellavista (190 m slm), si sale e si arriva all’ingresso di Pozzo Sella imponente struttura liberty che è considerata una delle più rappresentative testimonianze del patrimonio di archeologia industriale mineraria, realizzato tra il 1872 e il 1874 con lo scopo di creare una grande infrastruttura finalizzata a risolvere il problema dell’eduzione delle acque sotterranee presenti nel bacino metallifero dell’Iglesiente (attualmente ospita un’esposizione museale visitabile previa prenotazione). Si prosegue in salita verso il grande scavo di Cungiaus (192 m slm), dove, superati i ruderi dei castelli dei pozzi di arrostimento, si può arrivare, lasciando la bici all’ingresso, ad un punto panoramico che permette di apprezzare la grandezza dello scavo e le stratificazioni delle coltivazioni che si sono succedute nei secoli, dal periodo romano, fino al periodo di attività e industrializzazione della miniera (1861 – primi anni novanta).

Rimontando in sella, si scende su una sterrata che passa tra vari edifici dismessi e abbandonati ritornando sulla strada di ingresso, nei pressi dell’archivio minerario IGEA (chiuso al pubblico) e si ritorna allo spiazzo antistante la Palazzina Bellavista per riprendere il percorso.

La Palazzo Bellavista, fu realizzato nel 1865 su progetto dell'ing. Adolfo Pellegrini, Direttore della Società di Monteponi con lo scopo di ospitare i dirigenti della miniera. Successivamente accolse gli uffici della direzione e al termine dell’attività mineraria l’edificio fu abbandonato. Negli anni novanta è stato completamente ristrutturato e restituito alla collettività e del 1996 e ospita “Associazione per l’Università del Sulcis-Iglesiente”, Consorzio AUSI, sede decentrata dell'Università degli Studi di Cagliari.

 

Dalla Palazzina Bellavista si prosegue su sterrata passando sopra la zona dei Fanghi Rossi (sono il residuo delle attività metallurgiche degli impianti della miniera di Monteponi ed in particolare del processo di Elettrolisi che dal 1926, per circa mezzo secolo, ha recuperato lo zinco con un processo chimico-fisico: la colorazione rossa è dovuta alla presenza di notevoli quantità di ferro), si supera il troncone del grande piano inclinato, che portava direttamente le carrozze di carico della ferrovia alla miniera, e si procede scendendo verso la SP 84, che si attraversa per arrivare alla frazione di Monte Agruxiau (Iglesias).

Proseguendo e lasciandoci alle spalle la chiesa dedicata a Santa Barbara e la piazza del borgo minerario ancora parzialmente abitato, si inizia a salire su strada asfaltata ciclabile, verso l’ex villaggio e miniera di Monte Scorra (235 m slm).

Passati i ruderi delle case e degli edifici tecnici di Monte Scorra, si arriva a Nebida (frazione di Iglesias) e si percorre il belvedere da dove si può apprezzare un magnifico paesaggio, dove la vista spazia dalle dorate spiagge di Gonnesa a Sud, alla rossa costa a falesia (che deve il suo colore alla puddinga ordoviciana, antichissima formazione geologica 500-435 M.a. di un color rosso vermiglio) e a nord invece spicca il bianchissimo faraglione di Pan di Zucchero (altezza massima 133 m slm) e la vicina candida costa calcarea.

Al di sotto del belvedere, arroccati sulla rossa scogliera, spiccano i resti della maestosa Laveria Lamarmora a picco sul mare, che domina su tutto il Golfo del Leone.

Questo imponente edificio, fu costruito a partire dal 1881 su progetto dell’ingegnere Giorgio Asproni secondo i più moderni criteri di architettura mineraria; il funzionamento degli impianti della Laveria era garantito da un grande generatore a vapore e all’interno, su tre piani differenti, il minerale veniva pulito e lavorato. L’importante e moderno complesso era completato, sul fianco del fabbricato principale, da un forno di calcinazione e, sulla riva del mare, da un molo per l’attracco.

Ripreso il percorso e attraversando l’abitato di Nebida, si passa davanti alla chiesa di Santa Barbara, all’imbocco della galleria della Grotta dell’Ascensione e nei pressi della Posada (ex caserma dei carabinieri) dove volendo, previa prenotazione, si può soggiornare.

Usciti da Nebida (175 m slm) si prende la SP 83 e dopo una serie di tornanti in discesa si arriva al bivio per Masua (134 m slm).

Da questo punto si può procedere sulla Tappa oppure percorrere il lungo vai e vieni che ci permette di raggiungere la bella spiaggia di Masua e oltre, il sito minerario di Porto Flavia (visitabile previo prenotazione).

 

VAI E VIENI MASUA – PORTO FLAVIA

Scendendo su strada asfaltata verso la spiaggia di Masua si lascia sulla sinistra quella che fu la zona residenziale del borgo minerario (attualmente quasi del tutto disabitata), e si costeggia il grande compendio minerario caratterizzato dagli imponenti bacini di raccolta dei fanghi, che dominano il sistema.

Dai parcheggi che servono le spiagge di Masua e Portu Cauli, si percorre la sterrata che attraversa la pineta e procede sulla costa fino ad arrivare all’ingresso del sito Minerario di Porto Flavia. Gran parte di questo percorso offre una caratteristica visuale sulla cala di Masua dominata dall’imponente scoglio di Pan di Zucchero.

Porto Flavia fu realizzato secondo un avveniristico e geniale progetto dell’Ing. Vecelli che diede all’opera il nome della figlia Flavia.

La parte visibile di Porto Flavia è quella relativa alla zona di carico e attracco, che si affaccia direttamente sulla scogliera ed è costituita da una struttura a torre che ricorda i castelli medioevali, mentre la parte centrale è realizzata all’interno della montagna ed è costituita da due gallerie sovrapposte realizzate su due livelli distinti e fra queste nove silos scavati anch’essi nella roccia.

La galleria superiore, di conferimento del minerale e carico dei silos era servita da una decauville (ferrovie a scartamento ridotto formata da elementi prefabbricati che possono essere montati e smontati velocemente, è generalmente percorsa da piccoli convogli che trasportano carrelli spesso ribaltabili per il carico e scarico delle merci – nel caso specifico delle rocce ricche di minerale), mentre la galleria sottostante i silos, ospitava un nastro trasportatore, che all’occorrenza veniva proiettato all’esterno, uscendo dalla torre a picco sul mare e veniva sospeso al di fuori della scogliera direttamente nella stiva dei bastimenti attraccati, permettendo di velocizzare le operazioni di carico.

Lasciate le bici e fatta la visita al sito di Porto Flavia, si deve ritornare al bivio preso per entrare a Masua risalendo dai 14 m (slm) del parcheggio delle spiagge ai 134 m (slm) del bivio con una salita del 2,5% circa.

 

Ripresa la Tappa, si procede sulla SP 83 affrontando una dura salita di circa 4,5 Km che da quota 134 m (slm) ci porta alla quota di 437 m (slm) del passo di Monte Cani, con una pendenza media del 12% circa.

Superato questo impegnativo tratto, si scende con pendenza media al 7,2 %, verso il bivio Acquaresi – Buggerru, passando la grande voragine di Acquaresi (sulla sinistra) e si prosegue la discesa seguendo i tornanti che ci fanno arrivare fino a Cala Domestica.

Poco prima del bivio per Cala Domestica, è possibile prendere su sterrata la vecchia ferrovia dismessa della Miniera di Gutturu Cardaxius che arriva fino alla spiaggia e percorrere il VAI e VIENI proposto.

 

VAI E VIENI CALA DOMESTICA

Seguendo lo sviluppo del tratto dell’ex ferrovia mineraria, ora identificabile come una sterrata, dalla SP83 si arriva fino alla spiaggia di Cala Domestica, superando la particolare struttura del vecchio forno di Calcinazione fortemente vegetato. Si riprende il percorso sulla strada di servizio che porta alla spiaggia e ai parcheggi presenti. In estate la zona è attrezzata tramite due chioschi, uno presso la spiaggia e l’altro presso la vasta area parcheggio ed è quindi possibile ristorarsi.

 

Ripreso il percorso sulla SP83 si sale verso l’altopiano che domina Buggerru da Sud, con una salita al 3,9 %, arrivando fino al bivio che ci immette sulla sterrata che porta, svoltando a destra, verso le rovine del villaggio minerario di Pranu Sartu.

 

VAI E VIENI PRANU SARTU SOLO PER ESPERTI

Andando sulla sterrata a destra verso i ruderi di Pranu Sartu è possibile ammirare un suggestivo panorama sulla costa e scorgere lo spiazzo della Galleria Henry dove il trenino, oggi adibito al trasporto dei visitatori, può fare inversione. Ripreso il percorso si ritorna al bivio e si prosegue verso Buggerru percorrendo su sterrata la discesa (con pendenza media del 10%) della Via Crucis, contraddistinta dall’edicola dedicata a Santa Barbara e, sulla parte finale, dall’ingresso per la visita alla Galleria Henry (previo controllo degli orari e relativa prenotazione).

La Galleria Henry attualmente fruibile, viene percorsa tramite un trenino elettrico che trasporta il visitatore attraverso un dedalo di gallerie caratterizzate da passaggi scolpiti come finestre nella roccia della falesia a picco sul mare.

Queste aperture offrono viste suggestive della costa a strapiombo sul mare e panorami mozzafiato.

 

Per i non esperti si prosegue sulla SP 83 e dopo una serie di tornanti in discesa che immettono nella stretta valle di Buggerru si arriva presso il centro abitato e si imbocca Via Roma per arrivare presso il Porto turistico dove sulla destra i resti dell’imponente Laveria Malfidano e risalendo in paese è possibile visitare il Museo della Miniera.

L'impianto di trattamento del minerale nella Laveria Malfidano, che chiuse nei primi anni '70, era costituito da due sezioni per il trattamento di solfuri e di ossidati calaminari e piombiferi, con una potenzialità giornaliera totale di 450-500 tonnellate.

Usciti da Buggerru e ripresa la SP83 si scende verso il vasto litorale e poco prima di arrivare alla strada che prosegue parallela alla lunga spiaggia si trova, sulla sinistra, l’incrocio per San Nicolò, da cui si innesta la variante.

 

VARIANTE PISCINA MORTA

La variante sale per circa 3,4 Km su quella che è chiamata la strada delle Dune, dal bivio di San Nicolò (35 m slm), al suo culmine a quota 219 m slm, con una pendenza media del 5,1 %. Inizialmente asfaltata, la strada diventa sterrata e rimane tale fino a rientrare sulla strada che da Portixeddu arriva a Fluminimaggiore.

Dopo aver passato il sistema della grande duna retrolitorale di Portixeddu, si scende su un piccolo altopiano che è caratterizzato dal laghetto di Piscina Morta.

Si procede sempre su sterrata fino a trovare la strada per Fluminimaggiore, che imboccata sulla sinistra (in direzione Portixeddu) arriva al ponte carrabile che passa il Riu Mannu e riprende la Tappa presso le campagne riparie in località Fighezia.

 

Percorrendo la Tappa e non proseguendo sulla variante, il percorso, dopo aver affiancato le spiagge, ci porta al bivio per Portixeddu, che preso a sinistra ci fa arrivare al crocevia dove, girando a destra, si prosegue sulla Tappa su strada sterrata, mentre svoltando in sinistra si può percorrere il VAI e VIENI per visitare la piccola frazione di Portixeddu (Fluminimaggiore).

 

VAI E VIENI PORTIXEDDU

Imboccata la strada per Portixeddu, si arriva subito alla piazzetta che domina la sottostante spiaggia e propone un bel colpo d’occhio su tutta la costa.

Ritornando al crocevia, si imbocca la sterrata per riprendere la Tappa.

 

Imboccata la sterrata si prosegue su una strada parzialmente asfaltata che passando dalle campagne riparie, nei pressi di Portixeddu, arriva fino alla Loc. Fighezia, e poco dopo interseca la SS 126, che, svoltando a destra, ci porta fino a Fluminimaggiore.

Presso l’abitato di Fluminimaggiore, caratterizzato dalla presenza del Riu Mannu, è possibile visitare il Mulino Zurru Licheri dove è stato allestito il Museo Etnografico e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova.

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