Cammino Minerario Di Santa Barbara
Nel 1850 venne costituita la Società Monteponi con sede legale in Genova, con lo scopo di prendere in gestione per 30 anni la Reggia Miniera di Monteponi, il primo presidente fu il banchiere Paolo Antonio Nicolay.
Ottenuta la concessione partirono immediatamente i lavori di modernizzazione della miniera che sino ad allora era stata organizzata con tecniche antiquate, una delle prime opere realizzate dalla Società fu quella di sistemare la mulattiera che dalla Miniera di Monteponi raggiungeva il punto più vicino per l’imbarco del minerale, la spiaggia di Fontanamare.
Nel 1854 il neo direttore l’Ing. Keller riorganizzò i trasporti del minerale all’interno delle gallerie e nei piazzali esterni sino ai cantieri di trattamento, adottando l’innovativo sistema ferroviario a scartamento ridotto.
Nel 1861 arriverà a dirigere la miniera l’ing. Adolfo Pellegrini.
L’arrivo del Pellegrini e nel 1862 la nomina del nuovo Presidente il Conte Carlo Baudi di Vesme, diedero inizio al famoso Periodo Eroico, periodo in cui la Società dovette affrontare vere e proprie sfide per risolvere svariati problemi, primo fra tutti il trasporto del minerale ai punti d’imbarco.
Per risolvere il problema dei trasporti diventati ormai troppo onerosi si attendeva la realizzazione della Ferrovia Reale che da Iglesias doveva raggiungere il porto di Cagliari, ma quest’opera voluta fortemente dal Ministro Quintino Sella per dare più prestigio e importanza al porto del capoluogo tardava ad essere realizzata, di conseguenza nell’inverno del 1867/68 il Presidente della Società decise di realizzare una Ferrovia privata e diede incarico all’ing. Pellegrini di realizzarne il progetto.
Come porto d’imbarco venne scelta la spiaggia delle Cannelle nella periferia di Portoscuso, con l’arrivo dell’ing. Eynard il 26 Aprile del 1870 iniziarono i lavori del primo troncone (Gonnesa – Spiaggia le Cannelle), nel mese di dicembre dello stesso anno arrivarono dall’Inghilterra le prime tre locomotive Brassey Canada Works.
Dopo aver risolto qualche problema tecnico dovuto all’inesperienza, nella primavera del 1871 partì da Gonnesa il primo convoglio trainato da una locomotiva con destinazione il porto realizzato nella spiaggia delle Cannelle che nel frattempo era stata ribattezzata (dall’ ing. Pellegrini) con il nome di Porto Vesme in onore dell’omonimo Presidente.
Bisognerà aspettare il 1875 per vedere le locomotive fare scalo a Monteponi, infatti il secondo troncone della Ferrovia verrà terminato 4 anni più tardi, dopo aver realizzato due gallerie e un piano inclinato per raggiungere la miniera ubicata a mezza costa.
La Ferrovia Monteponi – Porto Vesme verrà dismessa nel 1963 dopo 92 anni di onorato servizio.
Di questa ferrovia rimangono oggi solo poche tracce: la Stazione di Monteponi; parte del piano inclinato con il suo locale argano; alcuni ponti e soprattutto la Galleria Pellegrini ubicata in località Funtana Crobetta.
Renato Tocco
Agli inizi del XX secolo la Sardegna aveva già sviluppato una sufficiente rete ferroviaria, l’Iglesiente aveva le sue due linee ferrate che andavano a tutto vapore, ed Iglesias era collegata al capoluogo dalle Reali Ferrovie e grazie al troncone Iglesias – Monteponi era stato creato un interscalo tra le Ferrovie Reali e la ferrovia privata Monteponi – Porto Vesme che dal 1880 dava anche un servizio civile in coincidenza con i vaporetti per Carloforte e i treni per Cagliari.
In questo contesto il Sulcis rimaneva un territorio ancora isolato e con scarsa viabilità.
L’11 dicembre 1914 si costituì in Roma la Società delle Ferrovie Meridionali Sarde, il 20 aprile 1915 venne stipulata una convenzione per la concessione, costruzione ed esercizio di una ferrovia a scartamento ridotto da Siliqua a Calasetta con diramazione da Palmas Suergiu ad Iglesias.
Si era ormai pronti alla realizzazione della prima linea ferrata civile nel Sulcis, quando il primo conflitto mondiale ne costrinse il rinvio.
Al termine della guerra, la grande crisi economica non ne permise l’immediata realizzazione e si dovette attendere il 1923 per vedere i primi lavori che durarono 3 anni e finalmente il 23 maggio 1926 vennero aperti all’esercizio i due tronconi ferroviari Siliqua – Palmas Suergiu – Calasetta di 79,322 Km e Iglesias – Palmas Suergiu di 33,135 Km.
Precedentemente il 3 aprile del 1926 venne approvata la convenzione del 18 Febbraio 1926 che permise la cessione alle Ferrovie Meridionali Sarde del troncone Iglesias – Monteponi precedentemente realizzato dalle Ferrovie Reali ed entrato in esercizio nel 1898, il 24 aprile 1926 cominciarono i lavori di riarmo della linea che da scartamento ordinario venne trasformata in metrico 950 mm.
I primi anni di esercizio furono abbastanza complessi e poco entusiasmanti dal punto di vista economico, le 8 locomotive a vapore Breda non erano sufficienti a creare una movimentazione di passeggeri e merci tali da portare introiti alle casse della società, bisognerà attendere l’arrivo delle 4 automotrici Fiat ALn a motore termico per vedere il primo bilancio positivo che arriverà soprattutto grazie al trasporto delle ligniti estratte nelle miniere attraversate dalla linea ferrata.
Il periodo autarchico però, fu il più ricco e produttivo, la realizzazione del doppio binario Carbonia – Sant’Antioco (primo esempio in Italia per lo scartamento ridotto), permise una movimentazione di minerale e merci senza precedenti, le automotrici a motore termico vennero momentaneamente accantonate per la carenza del combustile e fu ripresa e intensificata la trazione a vapore.
Il dopo guerra fu un periodo molto difficile per le F.M.S. pur mantenendo ottimi traffici di passeggeri e merci, il 21 marzo del 1955 si arrivò al commissariamento della società.
Con la gestione governativa, la chiusura del troncone Siliqua – Narcao il 13 luglio 1968, la chiusura del tratto Iglesias – Monteponi il 18 gennaio 1969 (causa parziale crollo della Galleria Campo Pisano) dopo un quarantennio di onorato servizio il 1° settembre del 1974 la Linea Ferrata F.M.S venne chiusa definitivamente al traffico.
Renato Tocco
Non allontanarsi dal percorso tracciato in quanto le aree circostanti sono caratterizzate da pericoli derivanti dalle strutture minerarie quali Fornelli, Gallerie, Scavi e discariche minerarie.
Lungo il percorso, non maneggiare il materiale abbancato nelle discariche minerarie che si trovano vicino al percorso